Siamo nella provincia di Terra d’Otranto, estremo lembo di quello che era stato il Regno delle Due Sicilie, due anni dopo l’unificazione italiana, e quindi dopo la nascita del Regno d’Italia.
Il Meridione vive in una condizione di oppressione e sottomissione ai Piemontesi, che inviano nelle province il loro esercito, la cosiddetta Guardia Nazionale, per imporre l’obbedienza al re Vittorio Emanuele II e fronteggiare una parte di popolazione che mal sopporta quella forma di oppressione mascherata da unificazione. Giulio Longo, giovane tavianese, diviene ben presto il principale protagonista e uomo di riferimento della lotta partigiana contro l’invasore, ergendosi a strenuo difensore dei diritti della sua terra e della sua gente.
Giulio è un giovane di umili origini, cresciuto a pane e carboneria dal padre, attendente del marchese Caracciolo di Taviano. È un ragazzo colto e studioso e, dopo la morte del padre, il suo tutore, il sacerdote don Ambrogio Mosco, gli procura un lavoro come insegnante presso un monastero. Presto però la sua attività partigiana lo espone all’attenzione del comandante della Guardia Nazionale Gustavo Martinelli, che gli attribuisce diversi atti eversivi tra cui un’incursione nel suo ufficio, e diviene ben presto bersaglio dei suoi uomini. Giulio Longo è così costretto a lasciare Taviano per Gallipoli dove, grazie all’intercessione del marchese Caracciolo, viene ospitato e nascosto dalla famiglia del dottore Felice Merenda, un veterinario filo borbonico. Il dottore Merenda vive con i due figli, Augusto, medico, ed Eleonora, da poco vedova. A servizio da loro una governante, Berta, e lo stalliere Savino.
Giunto a Gallipoli, si mette subito in luce per il suo temperamento e la sua insofferenza nei confronti dei Piemontesi, e durante una prima passeggiata con Augusto, interviene in una piccola sommossa procurandosi delle ferite. Augusto si prende immediatamente cura di lui, medicandolo, ma il giorno dopo deve delegare questo compito alla sorella Eleonora. È così che avviene l’incontro tra Giulio e la donna, e i due, sin dal primo contatto, avvertono una forte attrazione l’uno nei confronti dell’altra.
Ben presto Giulio, ritornato in salute, si pone a capo di un piccolo gruppo partigiano e prende contatto con don Giuseppe Rocci, un ricco commerciante gallipolino che è disposto a finanziare il movimento in cambio di un supporto al suo commercio illegale di pietre preziose dall’Oriente. Nel frattempo a Gallipoli e in Terra d’Otranto imperversa l’arroganza della Guardia Nazionale, a cui viene affidato il compito di sottomettere e intimorire la popolazione locale con l’imposizione di nuove tasse e la confisca delle botteghe a scopo intimidatorio. Un comportamento che Giulio mal sopporta e che lo induce più volte a prendere parte a piccole risse e sommosse, incurante delle raccomandazioni che da più parti gli giungono a mantenere la calma e ad adottare atteggiamenti più prudenti. Solo in casa dei Merenda Giulio trova tranquillità grazie alla presenza di Eleonora. I due, un giorno, approfittando dell’assenza del padre, del fratello e della governante, si scambiano confidenze ed Eleonora, rimasta da poco vedova, racconta la sua storia al giovane tavianese. Ma il loro idillio è interrotto dalla notizia dell’arresto di Augusto, accusato pretestuosamente di detenere armi e di aver ucciso un milite piemontese. La notizia getta nella disperazione l’intera famiglia e Giulio non è più disposto a stare a guardare. Riunisce i suoi compagni e con loro pianifica un’azione sovversiva a danno dei Piemontesi: l’obiettivo è il sabotaggio di una nave e la requisizione delle armi lì conservate. L’azione riesce, e Giulio si spinge oltre incendiando la nave. Durante l’operazione sfida a viso aperto il comandante D’Apollo e del brigantino Vitaliano Giraudo che, però, decide di lasciarlo andare, per evitare ulteriori sommosse popolari e per non trasformare il giovane in una sorta d’eroe. Ma il comandante non è a conoscenza del fatto che, prima dell’assalto alla nave, lo stesso Giulio ha ucciso una guardia, e questa sua decisione di lasciarlo andare costerà a D’Apollo il suo incarico.
Dopo l’assalto alla nave, Giulio, insieme ai suoi compagni, tra i quali il fedelissimo Dionisio, si rifugiano nel bosco dei Samari, alle porte di Gallipoli, e da lì si dirigono verso la masseria Ospina. Inizia un periodo di pianificazione di azioni sovversive, durante il quale il gruppo di partigiani diventa più numeroso, e trova ospitalità in altre masserie della zona, costantemente in fuga braccati dagli uomini della Guardia Nazionale.
Giulio è sempre più determinato nelle sue intenzioni, ma il suo cuore è per la prima volta messo alla prova da un sentimento nuovo, quello che prova per Eleonora. Anche la giovane donna, sola nella sua casa di Gallipoli, è tormentata dai sentimenti e dal desiderio. Prima della fuga di Giulio, i due si sono amati in una lunga notte che faticano a scordare. Solo per lei, Giulio lascia il gruppo di compagni per concedersi attimi d’amore, durante i quali si confessano i propri sentimenti, ma anche le proprie paure. C’è però qualcosa di altrettanto importante da fare, e cioè tentare di far fuggire Augusto dalla prigione in cui è finito. Per lui, infatti, i capi d’accusa sono troppo gravi e a nulla sono valsi i tentativi d’intercessione del padre. Giulio pianifica nei dettagli l’operazione, ed è anche affiancato da don Giuseppe Rocci, che si è unito al gruppo dopo che la Guardia Nazionale gli ha confiscato la sua residenza. L’operazione di liberazione, seppur con vari intoppi e delle vittime, riesce e Augusto viene liberato. Ora, però, resta da pianificare dove far nascondere il medico gallipolino, e la soluzione viene grazie all’intercessione del marchese Caracciolo che ha dei contatti in Spagna, dove sono rifugiati Elda Corallo e Alfonso Marinelli, in esilio per le loro idee anti unitarie. È Eleonora a chiedere aiuto al marchese e per farlo si reca di nascosto dal padre nella sua dimora, e lì con lo stesso intento arriva anche Giulio travestito da frate. Partono allora le azioni per pianificare la fuga in Spagna di Augusto, per la quale è necessaria l’intercessione di uno stimato commerciante della zona, che con la sua influenza ottiene la complicità del comandante di una nave che sarebbe salpata da Gallipoli alla volta di Valencia di lì a poco. Il giorno in cui è previsto il trasferimento di Augusto dalla masseria presso cui si nasconde a Gallipoli, la Guardia Nazionale prepara un assalto e solo per circostanze fortuite Giulio, Dionisio e Augusto sono in salvo, mentre tutti gli altri compagni, sorpresi dai militi all’interno della masseria, vengono fucilati. Stravolti e straziati dal dolore, i tre si dirigono verso Gallipoli dove l’operazione di imbarco del giovane dottore Merenda riesce alla perfezione. Ore prima, Giulio aveva raggiunto la cittadina per prendere gli ultimi accordi per l’imbarco e aveva trascorso la notte con Eleonora, scambiandosi quelle che sarebbero state le loro ultime parole d’amore. Infatti, subito dopo la partenza della nave, Giulio noncurante del pericolo e pur sapendo di essere ricercato, decide di raggiungere Eleonora per comunicarle di persona l’esito dell’operazione della fuga del fratello.